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Nido di Vespa velutina, ritrovato a Vallecrosia,
dal quale è stato rimosso l’involucro esterno
protettivo al fine di evidenziarne i favi
(Foto Nuccio Lanteri).
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ormai al confine con il ponente ligure. Dall’anno successivo, il 2011, era frequente avvistarla negli apiari dei dintorni di Nizza. Sulla base di modelli di idoneità ambientale la maggior parte del territorio italiano sembra essere a rischio di insediamento della specie nelle condizioni climatiche attuali (Villemant et al., 2011), ed in uno scenario di riscaldamento globale anche ampie aree dell’Europa centro-orientale diverrebbero a rischio (Barbet-Massin et al., 2013).
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Vista dorsale e ventrale di Vespa velutina, soggetto conservato nel Muséum de Toulouse (foto Didier Descouens) |
Vespa velutina è leggermente più piccola del calabrone Vespa crabro (fino a 30 mm le regine e fino a 25 mm le operaie) ed è riconoscibile per il colore molto scuro: il torace è completamente nero vellutato, così come i primi tre segmenti addominali che presentano solo una fine banda gialla. Solo il quarto segmento dell’addome è giallo-arancio. La testa e le parti prossimali degli arti sono anche neri, mentre sono giallo-arancio la faccia e le estremità degli arti.
Vespa velutina forma grandi colonie di centinaia fino a migliaia di individui su alberi alti in ambiente rurale e urbano, ma evita i boschi di conifere. Meno frequentemente può sfruttare il riparo di balconi e cornicioni ma sono molto rari i nidi nei muri o al suolo (Perrard et al., 2009).
Il monitoraggio della specie è fondamentale per il suo contrasto ed è importante che gli apicoltori sappiano riconoscere l’insetto predatore e lo segnalino alle autorità affinchè i nidi siano individuati e distrutti il più precocemente possibile. Il ritrovamento di Vallecrosia è stato possibile grazie alla sensibilizzazione degli apicoltori dell’Associazione Apiliguria che aveva organizzato uno specifico incontro informativo.
L’unità di ricerca in Apicoltura del Disafa e l’annesso Osservatorio di Apicoltura dell’Università di Torino sono da sei anni impegnati nell’attività di monitoraggio della Vespa velutina in Liguria e Piemonte e si candidano ad implementare un’ampia rete di monitoraggio finalizzata al controllo, inoltre propongono un sistema per l’individuazione rapida e sicura dei nidi in modo da consentirne la distruzione.
Per segnalazioni in merito a nuovi ritrovamenti e per conferme/verifiche di riconoscimento della specie è possibile fare riferimento a: